Caos e Alchimia: il Mondo di Carol Rama.
Carol Rama è stata un’artista italiana unica, una figura ribelle e visionaria che ha trasformato il dolore personale in opere d’arte provocatorie e poetiche.
Nata a Torino nel 1918 e scomparsa nel 2015, ha vissuto un’esistenza segnata da tragedie – il suicidio del padre, la malattia mentale della madre – che ha riversato nei suoi lavori, spesso definiti trasgressivi per l’epoca.
Autodidatta, ha spaziato dagli acquerelli erotici e disturbanti degli anni ’30 e ’40 ai “bricolage” polimaterici degli anni ’60, usando materiali insoliti come occhi di vetro, unghie e camere d’aria, che lei vedeva come metafore di corpi e memorie.
Considerata una pioniera dell’avanguardia, Carol Rama ha anticipato molte correnti artistiche del Novecento con la sua libertà espressiva. Negli anni ’50, dopo un periodo di isolamento creativo, iniziò a sperimentare con collage e assemblages, incorporando oggetti quotidiani come siringhe e pelli animali, un approccio che la collocò in una posizione unica tra surrealismo e arte informale. A differenza di molti suoi contemporanei, rifiutò le etichette e le accademie, costruendo un linguaggio visivo che ancora oggi sfida le convenzioni e ispira artisti di tutto il mondo.
Quindi sebbene non sia mai stata formalmente parte del movimento surrealista, Carol Rama ne ha incarnato lo spirito ribelle e visionario.
Negli anni ’70, le sue tele iniziarono a includere riferimenti alla cultura popolare e alla psicoanalisi, temi cari al surrealismo, ma reinterpretati attraverso la sua esperienza personale.
La sua casa-atelier a Torino, un labirinto di oggetti e dipinti, era essa stessa un manifesto di avanguardia, un luogo dove l’arte contemporanea trovava radici nel vissuto. Oggi, le sue opere sono ricercate da collezionisti internazionali, simbolo di una creatività che non conosce confini.
Un aneddoto racconta che nel 1945, alla sua prima mostra personale a Torino, le autorità chiusero l’esposizione e sequestrarono le opere perché troppo scandalose – donne nude su letti di contenzione, lingue e falli espliciti. Lei, invece di abbattersi, continuò a dipingere con più furia, dicendo: “Io dipingo per guarirmi”. Questo spirito indomito la descrive perfettamente: una donna che non si piegava, né alla censura né al dolore.
A distanza di dieci anni dalla sua scomparsa nel 2015, Torino rende omaggio a Carol Rama, una delle voci più singolari dell’arte contemporanea italiana.
Nel 2025, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea della città ospiterà una retrospettiva dedicata ai suoi lavori meno noti, tra cui i disegni astratti degli anni ’80, caratterizzati da linee spezzate e colori intensi che evocano un dialogo tra caos e introspezione.
Rama, che non aderì mai ufficialmente a un movimento, fu profondamente influenzata dal surrealismo, visibile nei suoi accostamenti onirici e nelle figure ibride che popolano le sue opere, spesso cariche di un’energia inquietante e sensuale.
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