Ma com'è il cibo a Varsavia ? Chiedi a Bona Sforza !



Sto organizzando un breve viaggio a Varsavia e sono alla ricerca di notizie su questa bella città. Cercando informazioni sulla cucina locale polacca ad un certo punto leggo: 'Nel 1518 la regina Bona Sforza rivoluzionò la cucina polacca portando nel paese cibi e cuochi italiani'

Non conosco ancora la storia polacca di quel periodo e il nome Bona Sforza mi richiama alla mente il Ducato di Milano; mi incuriosisco perché so che sto per scoprire nuove cose.  

 

Chi era Bona Sforza ?

Era figlia, niente di meno che, di Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, e Isabella d'Aragona, nata a Vigevano, il 2 febbraio 1494 e morta a Bari, il 19 novembre 1557.

Nel 1518, Bona andò in sposa al Re Sigismondo I il Vecchio, di Polonia, diventando così regina consorte. Il suo matrimonio con Sigismondo rafforzò i legami tra la Polonia e l'Italia, portando a uno scambio culturale significativo e influenzando le decisioni della corte, promuovendo il commercio e la cultura italiani in Polonia.

La sua figura è stata oggetto di diverse interpretazioni storiche, di critiche anche cattive, ma è spesso ricordata per la sua influenza politica e culturale.

Le rappresentazioni artistiche di Bona Sforza variano, e le immagini disponibili possono differire tra loro. Tuttavia, le opere d'arte e le descrizioni storiche generalmente indicano che Bona Sforza era considerata una donna attraente per i suoi tempi.

Nonostante questo BONA fu considerata, fin dalla giovinezza, una donna molto brutta, tanto che la proposta (avanzata da Napoli) di un matrimonio tra lei e il quattordicenne Federico Gonzaga non fu neppure presa in considerazione dalla madre Isabella d'Este, né dall'arcidiacono Alessandro di Gabbioneta, il quale reputava un peccato sacrificare la fiorente bellezza del giovane Federico a una donna "matura e brutta" come BONA. 

Quest'ultima da parte sua tentava di rendere il proprio volto più grazioso tramite gioielli e stoffe, ma con scarso successo, poiché "niente o poco la agraciava"


Durante la giovinezza a Bari ebbe per amante il giovane Ettore Pignatelli, figlio primogenito del bell' Alessandro Pignatelli (amante di sua madre Isabella), che morì poi avvelenato dalla stessa BONA, poiché non aveva voluto seguirla in Polonia e si era anzi sposato.

«Arrivata BONA in Polonia, fu ricevuta dal suo marito RE Sigismondo I, con real pompa et allegrezza infinita, et essendo coricato la prima notte con lei, non avendola trovata vergine, soleva poi sovente dire il re suo marito queste parole: 

Regina Bona attulit nobis tria dona: faciem pictam, vulvam non strictam et pecuniam fictam .  Ovvero

La Regina Bona portò a noi tre doni: una faccia dipinta, una vagina non stretta e una ricchezza contraffatta !! 

Per cagione delle molte monete false che furono trovate fra li 100 mila ducati .



Rimasta vedova del marito, benché fosse già cinquantenne, prese per amante Giovanni Lorenzo Pappacoda, figlio di Francesco, che era fuggito dalla corte di Napoli in Polonia. Tornò poi a Bari proprio per volontà di quest'ultimo, che non intendeva rimanere in Polonia. E pare fu proprio quest'ultimo ad avvelenarla, una volta rientrati a Bari ... Mah ,,

Bona Sforza, sposata con Sigismondo I il Vecchio, re di Polonia, ebbe insieme sei figli e Bona giocò un ruolo significativo nella politica polacca e nel consolidamento dei legami tra la Polonia e l'Italia.

Tornando al discorso dei cibi e dei piatti polacchi Bona Sforza ha avuto un impatto significativo sulla cucina locale portando con sé nuove ricette, ingredienti e tradizioni gastronomiche.
Tra le influenze italiane introdotte da Bona Sforza vi erano le erbe aromatiche, le spezie, i formaggi e le nuove tecniche di preparazione. Ha anche favorito l'uso di prodotti come il riso e il grano duro.  Tuttavia, è importante notare che la cucina polacca dell'epoca era ancora profondamente radicata nelle tradizioni locali, e le influenze italiane si sono integrate piuttosto che sostituire gli elementi tipici polacchi. La cucina polacca ha continuato a evolversi nel corso dei secoli, incorporando una varietà di influenze culturali.

Bona Sforza ha giocato un ruolo significativo nella politica del suo tempo nel 1548, quando divenne reggente per suo figlio minorenne, Sigismondo II Augusto.

• Consolidò il Potere affrontando varie sfide, tra cui conflitti con la nobiltà polacca e litigi territoriali.
• Introdusse riforme economiche significative, cercando di migliorare la situazione finanziaria della corona polacca, promuovendo l'agricoltura, cercando di rendere il paese meno dipendente dalle importazioni di grano.
• Relazioni Internazionali: Ha cercato alleanze matrimoniali per i suoi figli, cercando di rafforzare i legami con altre potenze europee.

Un ottimo approfondimento si può trovare qui 


Ritornando al discorso "CIBO" va menzionato il banchetto nuziale di Bona Sforza e Sigismondo I di Polonia.

Fu un grandioso convito che ebbe luogo la sera del 6 dicembre 1517, a Napoli, nel Castel Capuano. Fu anche un evento spettacolare nella storia del costume.
Vi furono 10 giorni di festa ed il pranzo durò 9 ore di fila con 29 portate e 1500 piatti diversi serviti

Come giorno degli sponsali venne scelto il 6 dicembre, in onore di san Nicola, santo patrono di Bari, ma Napoli fu preferita come sede. Le nozze sono state celebrate per procura in presenza di un imponente corteo di cui facevano parte anche gli ambasciatori polacchi e tutta la nobiltà napoletana e barese in abbigliamento sfarzoso.

Il banchetto si svolse nel grande salone del castello adornato con ghirlande e drappi azzurri a stelle d'oro con al centro lo stemma della Polonia e quello d'Aragona. In fondo alla sala, la giovane regina sedeva sotto un baldacchino in una veste di raso veneziano azzurro seminato d'api d'oro lavorate a martello con perle e altri gioielli (l'abito della sposa è valutato ben settemila ducati d'oro). Separata della mensa d'onore degli invitati, la sua tavola era apparecchiata con due o più tovaglie sulle quali un'artistica fontanella distribuiva coppette di acqua profumata. Sulla tavola inferiore erano disposti tovaglioli piegati a forma di colonne, mitre, barche, piramidi e teste d'uccello.

Nella cultura del Rinascimento, infatti, i banchetti dovevano essere quanto più grandi, sfarzosi e megalomani possibile. Erano un modo per dimostrare il potere dei re e delle famiglie. Fu una pratica che nacque probabilmente nel Regno di Ferrante I e poi diventò una moda in tutto il Nord Italia, specialmente a Ferrara.

L'ordine del convito
Le denominazione delle portate secondo i termini culinari cinquecenteschi sono:

Prima portata – Pignolate (croccante con pinoli) in quattro (cioè in quattro piatti) con natte (sorta di panna) attonnata (spezie da confettura): antipasto dolce che fa parte del «servizio de credenza» iniziale.
Seconda portata - Insalata d'herbe: misticanza di erbe, in particolare amare come i lampascioni. Antipasto destinato a stimolare l'appetito.
Terza portata - Jelatina: brodo grasso fatto raffreddare e tagliato artisticamente.
Quarta portata - Lo bollito (bollito vario, in particolare di vitello) e biancomangiare con mostarda con l'ordine suo.
Quinta portata - Li coppi di picciuna: piccioni stufati e tagliati con arte dal trinciante.
Sesta portata - Lo arrusto ordinario con mirrausto et salsa di vino agro: arrosti (che potevano giungere fino a 120 piatti) in agrodolce con salsa all'aceto.
Settima portata - Le pizze sfogliate: lasagne con salsa allo zafferano[10].
Ottava portata - Lo bollito salvaggio con putaggio ungaresco et preparata: bollito di selvaggina e minestra alla paprica e peperoncini.
Nona portata - Li pasticci di carne: grande pasticcio di carne al sugo presentato artisticamente; servito con olive di Puglia e Spagna come contorno.
Decima portata - Li pagoni con sua salza: annunciati dal suono delle trombe, i pavoni erano presentati adornati del loro piumaggio.
Undicesima portata - Le pizze fiorentine: una specie di pan di Spagna.
Dodicesima portata - Lo arrusto salvaggio e strangolapreiti: arrosto accompagnato da strozzapreti.
Tredicesima portata - Le pastidelle de carne: polpette in umido.
Quattordicesima portata - La zuppa nanna: zuppa nordica, probabilmente in omaggio agli ambasciatori polacchi.
Quindicesima portata - Lo arrusto de fasani: arrosto di fagiano al vino bianco.
Sedicesima portata - Almongiavàre: ispanismo per un dolce simile a una torta.
Diciassettesima portata - Li capuni copierti: capponi coperti da una specie di pasticcio poi cotti nel vino.
Diciottesima portata - Le pizze bianche: preparazione ignota.
Diciannovesima portata – Et appresso jelatina in gotti: gelatina liquida e fredda servita in un bicchiere di cristallo.
Ventesima portata - Conigli con suo sapore: coniglio accompagnato da varie salse (noci, uva acerba, acciughe...).
Ventunesima portata - Li guanti: pasta ripiena di vario tipo.
Ventiduesima portata - Le starne con limoncelle sane: starne agli agrumi.
Ventitreesima portata - Li pastici de cotogne: cotognata.
Ventiquattresima portata - Le pizze pagonazze: preparazione simile alle pizze bianche servite in precedenza, ma colorate di rosso.
Venticinquesima portata - Le pastidelle de zuccaro per tutte le tavole: pasta di mandorle con acqua di rose o di fiori d'arancio.
Ventiseiesima portata - Le tartelle per tutte le tavole: torte di vario tipo.
Ventisettesima portata – Castagne di zuccaro con lo scacchiero: castagne sciroppate (marron glacé) servite insieme a una scacchiera per giocare.
Ventottesima portata – Le nevole et procrassa: le nevole sono le attuali cartellate e l'ippocrasso un vino dolce speziato.
Ventinovesima portata – Le confieti: oltre ai tradizionali confetti nuziali, quest'ultima portata comprendeva tutti i tipi di canditi e di marmellate senza dimenticare il torrone barese di cui "Bonita" era ghiotta.


Ma insomma alla fine com'è questo cibo di Varsavia ?

Non lo so... Tra un po' vado e quando torno ve lo dico però sembra che la parola d' ordine sia PIEROGI 

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