In moto da Arabba, al Passo Giau, Valle del Cadore, Monguelfo, Naz Sciaves

Panoramica, poco dopo Arabba, in direzione Passo Giau

Motto del giorno:  La pioggia mi bagna… ed il vento mi asciuga!


♦  Da Arabba a Passo Giau

Il secondo giorno è iniziato con una bella mattinata soleggiata, seppure alcune nubi all'orizzonte facevano capolino, ma senza lasciare presagire cosa sarebbe avvenuto poi. Mi sono messa sulla moto di buon mattino, da Arabba, per dirigermi verso Passo Giau ed al Monte Nuvolau !  Poco dopo Arabba ho fatto tappa in una bellissima terrazza panoramica da cui si potevano mirare maestose cime e tutta la vallata sottostante. Il luogo è caratterizzato da una scultura simbolica di un tronco che regge un abete, foto che campeggia in testa a questo articolo.  Purtroppo nel girare per diverse vallate non ho potuto fare a meno di notare tanti boschi sofferenti, non verdi ma di color verde/marrone.  Si dice sia per effetto della siccità, che del maledetto bostrico . In generale ho trovato la strada in condizioni abbastanza buone ed anche i tornanti non mi hanno messo in particolare difficoltà.

Passo Giau e Monte Nuvolau sullo sfondo
Arrivata al Passo Giau a 2236 mt sono rimasta estasiata della vista magnifica sul gruppo del Nuvolau e tutte le cime intorno, ad ovest si possono notare sia le Pale di San Martino, che la Marmolada, il Piz Boè mentre ad est , rivolto verso Cortina D'Ampezzo, si intravede il Monte Cristallo, le Tofane, la Croda Rossa.  
L'unica cosa di cui mi rammarico e non aver quasi mai camminato. 

Sentieri splendidi portavano in cima alle vette e sotto ampie zone adibite a pascolo. 
 
Le cime principali del gruppo sono:
- Averau - 2.647 m
- Nuvolau - 2.575 m
- Gusela del Nuvolau - 2.595 m
- Coston d'Averau - 2.518 m
- Sass de Stria - 2.477 m
- Cinque Torri - 2.361 m

Solo il tempo di una birra e quattro chiacchiere con un motociclista, in giro con il figlio di circa 8 anni ed una bellissima Honda Africa Twin.


Praterie e pascoli ai piedi del Passo Giau


♦  Da Passo Giau a Borca di Cadore (Corte di Cadore)

Il resto della giornata l'ho dedicata a visitare luoghi delle mie vacanze di infanzia, ovvero Borca di Cadore e Monguelfo.

Tipica casettina per 6
ragazzi del Campeggio ENI
Da piccola sono stata numerose volte a Borca di Cadore in quello che adesso è conosciuto come ex Villaggio Eni di Corte di Cadore o Villaggio Agip.  

Ci sono stata sia come ospite delle villettine, che in colonia per bambini e nel campeggio per ragazzini. 

Il Villaggio ENI fu voluto da Enrico Mattei per i suoi dipendenti e per le loro famiglie. Ricordo benissimo la particolare chiesa denominata Chiesa di Nostra Signora del Cadore.
Arrivare qui mi ha riportato indietro nel tempo e mille ricordi son giunti ad emozionarmi. I miei genitori e i cugini che venivano con noi.  Le amichette della colonia e del campeggio, le montagne maestose con le loro storie a volte un po' tristi.  

Ho riconosciuto i luoghi anche se da piccola avevo impressione fossero più grandi. Come se il tempo li avesse rimpiccioliti. 

Perfino i particolari lampioni degli anni 50 sono rimasti gli stessi. Molto vintage .
Villettina per famiglie - Villaggio Eni - Corte di Cadore
Colonia del Villaggio ENI


♦  Da Borca di Cadore al lago di Misurina

Pranzato velocemente e notato un'addensare di nuvole scure sono partita in direzione Lago Misurina, dove ho preso le prime goccie. Ho limitato il tempo della visita, giusto per fare qualche foto e ammirare i riflessi argentei del lago poi di nuovo in sella verso Monguelfo.
Nel mentre ho tentato di fermarmi anche al Lago Braies, lungo il percorso.
Ricordavo che da piccola ci arrivavamo facilmente e non era molto affollato. 
Stavamo tutto il giorno a fare picnic sulle rive ghiaiose, a giocare nell'acqua fredda. 
Ora, appena imboccata la deviazione per il lago, ti fermano subito per pagare il ticket di ingresso e ci sono sempre lunghe code.
Volevo fermarmi cinque minuti per una foto ma il maltempo in arrivo e la quantità di gente mi hanno fatto desistere.

Lago di Misurina


♦  Dal lago di Braies a Monguelfo

Vecchio Hotel Monguelfo
Le fontane dove mio
padre puliva i funghi
Dal lago di Braies ho proseguito il viaggio verso Monguelfo altro luogo delle mie vacanze di infanzia. Tutto cambiato dopo quasi cinquant'anni.

Molte case costruite che prima non c'erano. Ho riconosciuto però alcune costruzioni e ne sono stata felice. Il vecchio hotel centrale oramai fatiscente, le fontane dove mio padre puliva i funghi, la macelleria, la farmacia e la piccola piazzetta centrale, un vecchio fienile ancora intatto.

Ricordo le famiglie che ci ospitavano all'epoca, i Komar, la farmacista Luisa Ploner , le feste del paese che si tenevano nel parco con birre e frittelle . 

Sono andata a cercare alcune informazioni intanto il Comune a cui fare riferimento è Monguelfo-Tesido, che in tedesco è Welsberg-Taisten . Al momento nella bacheca centrale del Comune appare gigante la dichiarazione di stato di emergenza di siccità per mancanza di pioggia dall'inizio dell'anno. 
    Fienile nel centro di Monguelfo
La cosa buffa è che proprio il giorno che sono venuta in visita io sia arrivata una vera bomba d'acqua 

Inoltre è cresciuta anche la popolazione che è passata da circa 2500 abitanti degli anni '70 a 2800 circa dieci anni fa.


Castel Thurn

Per quanto riguarda la parte storica di queste località pare che la zona di Tesido fosse già abitata da prima dell'avvento dei romani, ma lo sviluppo del territorio è del XI secolo con la famiglia Welsperg, vassalli dei conti di Gorizia. 

I Welsperg iniziarono la loro ascesa nell'XI secolo come feudatari per poi essere nominati baroni (1539) e conti (1693) del Sacro Romano Impero. La famiglia si estinse nel 1907 con la morte del suo ultimo discendente, il conte Heinrich von Welsperg.

Il castello Welsperg fu realizzato tra il 1126 e il 1140. Nel XII secolo, su una collina boschiva dirimpetto alla loro dimora, i Welsperg diedero inizio alla costruzione di un altro edificio difensivo, che dal Quattrocento è conosciuto come castel Thurn.

Panoramica nella parte nuova del paese, verso Nord


♦  Da Monguelfo a Naz Sciaves

E così mentre mi perdevo a scovare ricordi e leggermi un po' di storia è iniziato a piovere, senza soluzione di continuità. E iniziava a fare sera. 

Ho aspettato un po' ma sembrava non terminare . Poiché erano passate le 18 e dovevo ancora guidare per circa un'ora in direzione Naz-Sciaves mi sono fatta coraggio e sono partita lungo la direttrice per Bressanone.  Nel vidoe dovevo ancora gustarmi la bomba d'acqua che sarebbe arrivata poco dopo mentre ero in moto ..  Aiutooo


Neanche dieci minuti dopo sono stata investita da una bomba d'acqua, non vi era posto per fermare lungo la strada, la SS49 verso Dobbiaco. Strada statale che poi andava ad immettersi nella E66 verso Naz e poi Bressanone. Strada che stava iniziando ad assomigliare ad un torrente.
A tratti non si vedeva dalla pioggia fitta oltre pochi metri.

Ero incolonnata lungo il traffico rallentato. Ho avuto molta, molta paura; non avevo mai guidato la moto sotto la pioggia, non avevo mai guidato la moto sotto una bomba d'acqua.

Sono stata davvero fortunata, molto fortunata. 

Sono arrivata a Naz Sciaves, che oramai il maltempo era terminato, incolume ma fradicia fino al midollo. In albergo non sono scesa neanche a cenare e ho passato il tempo a tentare di asciugare l'abbigliamento tecnico con il phone del bagno.
 
CHE GIORNATA !!

Vista dall'albergo di Naz Sciaves


Questa piccola cronaca del mio viaggio da Arabba, al Passo Giau, Valle del Cadore, Monguelfo, Naz Sciaves fa parte del piccolo tour del mio  Primo giro in moto delle Dolomiti, in tre giorni 


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